14.9.12

La commedia è servita: Miseria e nobiltà




È difficile trovare, in tutta Italia, qualcuno che non conosca almeno un'immagine o una battuta di questa splendida riduzione cinematografica dell’omonimo classico della commedia napoletana scritto da Eduardo Scarpetta.
Tra tutte le interpretazioni del principe della risata, Miseria e nobiltà è un capolavoro del genere farsesco. Una commedia leggera, priva di qualunque premessa ideologica, costruita sulla garbata ridicolizzazione e dei difetti umani e dell’atavica antonimia alla quale deve il suo nome.

La verità della fame è il motivo per cui scattano tutte le molle dei protagonisti, mentre le finzioni e i raggiri sono gli ingredienti di base della storia.
È una certa personalità carnascialesca a esaltare l’indole dichiaratamente teatrale della pellicola. Basti pensare a Totò, che con la sua maschera mobile e plastica ci restituisce un novello Pulcinella, che fa sorridere sia nella sfida alla miseria sia nel confronto con la nobiltà.

Per i personaggi di questa commedia lo scherzo vale, eccome. Come nel mito carnevalesco, l'ordine sociale si sovverte e i poli opposti di miseria e nobiltà si mescolano, nascondendo la loro vera identità dietro delle maschere. Solo per qualche giorno, però, il tempo di catturare un po’ di felicità, godendo sfrenatamente di cibo e bevande.

Le situazioni burlesche sono come le ciliegie: una tira l’altra. La vera protagonista è l'ironia, arma sottile e infallibile, con cui vengono palesati non solo la miseria e il dramma latente di chi non ha cibo, ma anche le grottesche borie dei nobili sagliuti (nullatenenti che hanno risalito la scala sociale).

La risposta all’implicita domanda cos’è la miseria e cos’è la nobiltà? arriva con lo smascheramento delle bugie e l’epilogo di Felice Sciosciammocca: torno nella miseria, però non mi lamento: mi basta di sapere che il pubblico è contento. Non la forma, bensì la sostanza fa la miseria e la nobiltà: la prima diventa la seconda se vissuta con dignità, mentre la seconda diventa la prima se vissuta con superbia.

Dal punto di vista cinegustologico, Miseria e nobiltà è per me una bella porzione di chiacchiere. Chiacchiere, bugie… sono oltre venti i nomi usati in tutta Italia per indicare queste frittelle fatte di ingredienti semplici, ma la ricetta tradizionale è una sola, e risale ai tempi in cui le frictilia dovevano durare per tutto il periodo che corrispondeva all’odierno Carnevale.
Mascherate di miele o di zucchero a velo, le bugie sembrano dei merletti, ma al primo morso la loro apparenza soave s’infrange con la loro crosticina friabile e si svelano per ciò che sono: integre nella loro sostanza, perfette nella loro semplicità.
Proprio come la pellicola girata sessant’anni fa, le chiacchiere rappresentano, nel loro genere, un classico, conosciuto, riproposto e amato in tutte le case italiane; e come le battute di Miseria e nobiltà, si gustano che è un piacere, l’una dopo l’altra, col miele o al naturale, per esser certi di non confondere la loro vera nobiltà con un'artefatta raffinatezza.

Con questa ricetta partecipo a La commedia è servita, il contest di Patty (Andante con gusto), nella categoria Commedia leggera!




CHIACCHIERE DI CARNEVALE
(ricetta di casa mia, dosi "da famiglia")


Procedimento: In una terrina capiente (o su un piano da lavoro) impastare la farina con le uova, lo zucchero, il burro ammorbidito e il sale.
Versare lentamente il vino e lavorare l'impasto fino a ottenere una palla liscia ed elastica.
Lasciar riposare l'impasto ottenuto in luogo fresco per un'ora (io in frigorifero per una notte intera).
Dividere il grande panetto in cinque o sei parti, quindi stendere ciascuna molto sottilmente, con l'Imperia impostata alla tacca n°6, oppure con l'aiuto di un mattarello (e di un po' d'olio di gomito!), su un piano da lavoro leggermente infarinato.
Con l'aiuto di una rotellina a taglio smerlato, ricavare da ciascuna sfoglia tante strisce (circa 4x6 cm) dalla forma tendenzialmente rettangolare.
Friggere le chiacchiere in abbondante olio di semi bollente (circa 1 minuto per lato) e, una volta dorate, porle ad asciugare su carta assorbente.
Servirle fredde con lo zucchero a velo e il sanguinaccio...




... ma se, come me, siete schiavi del cosiddetto Frijenno, magnanno, le finirete prima che arrivino in tavola! ^_^


NOTA del 28 febbraio 2014: Lasciando riposare l'impasto in frigo per 2-3 giorni, si otterranno delle chiacchiere ancora più friabili!



9 commenti:

  1. Mi aveva affascinato la mangiata della pasta...fenomenale indimenticabile... buone le chiacchere fatte una volta sola troppo lavoro per i miei gusti e poi finiti in pochi secondi :-(( ciaooooooo

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  2. Quanto mi hai fatto divertire ricordando questo film magnifico. Senza soffermarmi a parlare della grandezza dei suoi protagonisti, in primis il Principe, è un affresco intenso e vero di quella parte della nostra cultura inseparabile dal nostro essere italiani. E devo dire che mi piace anche la tua interpretazione cinegustologica, con un piatto fatto di leggerezza ma anche di sostanza che ben rappresenta il film. Ti ho inserito. In bocca al lupone!
    Bacione grande, Pat

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  3. Uhmm uhmmm so ingorantissimaaaaa non l'ho mai visto quel film!!!! lo so... lo so.. :-( .. Ottime le tue chiacchere! baci e buon w.e. :-)

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  4. Ciao Raffaella.. grazie per gli auguri:) e grazie perchè passi spesso da me!!!
    Adoro le chiacchiere di carnevale.. sono buonissime:)!!!!

    Partecipo volentieri al tuo contest.. sto facendo ricerche e pensando ad un piatto da preparare da qualche giorno!!e sono contenta che la data di scadenza sia posticipata così avrò più tempo per preparare un buon piatto:)!!

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  5. Ho anche io questo libro, uno dei miei preferiti, confesso, di cucina napoletana. E Miseria e nobiltà lo conosco a memoria... in bocca al lupo per il concorso!!!

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  6. Film visto...come si fa a non vedere un film così....mi fanno ridere le chiacchere a settembre!!!ma sono sempre ben accette!!gnammy! in bocca al lupo e buon week end

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  7. Sei una grande, una grandissima!
    Splendida analisi del film e azzeccatissimo abbinamento della ricetta!!!
    E... certo che partecipo all'Oroscopo nel piatto, ci mancherebbe!!! Hai fatto bene però a prorogare la scadenza. :-)
    Un abbraccio!

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  8. Sei stata bravissima! e sono felice che tu abbia posticipato la data di scadenza del tuo contest perchè avevo paura di non farcela....ora mi metto al lavoro ;-)

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